Ritorno al Passato – Spec Ops: The Line

Ritorno al Passato – Spec Ops: The Line

Spec Ops: The Line

Tra i tanti temi che hanno ispirato i videogiochi, quello della guerra ha da sempre rappresentato uno dei più presenti ed affascinanti capace di dare spazio a titoli di enorme successo quali, ad esempio, le saghe di Call of Duty e Battlefield.

Capita spesso però, che all’ombra di tali blockbuster escano titoli che non riescono a godere del successo mediatico che avrebbero meritato finendo fin troppo presto in un oblio da cui diventa sempre più difficile uscire.

Grafica spec ops the line
Da apprezzare l’aver scelto come ambientazione principale una Dubai sinistra e decadente ma di sicuro fascino, capace di ammaliarci con i suoi scorci mozzafiato ma anche di distruggerci con la forza della sua natura.

Spec Ops: The Line si ritrova perfettamente in questa categoria, con la forza delle sue idee e del suo coraggio che non è bastata a garantirgli il dovuto successo, nonostante la critica si sia espressa in modo abbastanza favorevole nei suoi confronti.

La trama verte sulle vicende del comandante Walker e della sua squadra che, chiamato ad affrontare una missione di perlustrazione in quel di Dubai, si ritroverà a dover fronteggiare il culto creatosi attorno alla figura di un uomo che fu un tempo loro alleato, Konrad.

Se quanto detto fin’ora non vi sembra brillare per originalità non dovete preoccuparvi, la trama si basa infatti sul racconto “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad che aveva a suo tempo già ispirato uno dei massimi capolavori della cinematografia del secolo scorso, ovvero “Apocalypse Now”.

A mio parere, apprezzo davvero molto l’aver preso ispirazione dall’opera dell’autore britannico poichè la narrazione e la caratterizzazione dei personaggi toccano vette difficilmente raggiunte da altri esponenti del genere, capaci di impressionare e sbattere in faccia al giocatore quelli che sono i veri orrori della guerra ricordando che essa è fatta da uomini prima che da soldati.

 

Walker spec ops the line
Lo stesso Walker difficilmente riuscirà a restare impassibile di fronte ai crudi eventi a cui assisterà, sempre in bilico tra il dovere della sua missione e la consapevolezza delle atrocità di cui è anch’egli causa.

Dal punto di vista del puro gameplay, Spec Ops: The Line preferisce non innovare ma affidarsi a meccaniche rodate fatte di sparatorie serrate e coperture che, seppur non siano gravate da particolari difetti, alla lunga tradiscono una certa ripetitività e lungaggine delle stesse.

Discorso simile per quanto riguarda l’aspetto tecnico del titolo, sicuramente funzionale ma lontano dall’essere un gioiello di programmazione, sebbene per quanto riguarda l’audio il lavoro svolto è di tutt’altra caratura (ascoltare “Star Spangled Banner” di Jimi Hendrix nel menù iniziale è da brividi lungo la schiena).

Sarò sincero, ho amato molto questo titolo capace di appassionarmi e trasmettermi un sottile senso di angoscia tale da continuare a voler scoprire sempre più fin dove esso possa spingersi, un vero viaggio all’interno delle debolezze ed ambiguità della mente umana in cui il confine tra buoni e cattivi appare sempre più flebile ed indistinguibile.

Consiglio vivamente a chiunque di recuperarlo e di appassionarsi a questa piccola perla soprattutto considerando che resterà un titolo più unico che raro dal momento che gli stessi sviluppatori non sono per nulla intenzionati a crearne un seguito, dichiarando addirittura che “preferirebbero mangiare dei pezzi di vetro” piuttosto.

Spec Ops: The Line è un titolo imperdibile proprio a causa della sua unicità, un’esperienza da vivere tutta d’un fiato e, seppur non adatta a tutti, difficile da dimenticare.

copertina spec ops

 

Voto : 8

PRO:

-Storia incredibile e cruda, da Oscar

-Personaggi perfettamente caratterizzati

-Il fascino di Dubai è da mozzare il fiato

CONTRO:

-Tecnicamente buono ma nulla di più

-Fasi shooting che tendono ad essere ripetitive

Commenta

Angelo De Filippo

Spinto da infinita curiosità, muove i suoi primi passi nel mondo della tecnologia aspettando che le cassette del Commodore 64 caricassero i suoi primi videogiochi. Non è un sognatore, è un Gamer.